Home Sostanza E (che sarà?)

 

 

                                                                  

 

 CORTISONE: IL DIAVOLO O L'ACQUASANTA

 

Alcune cose, nella medicina, hanno una reputazione (bella o brutta che sia) che resiste negli anni e che, a volte, è causa di comportamenti logicamente incomprensibili o di conflitti tra medico e paziente.

Una di queste è la terapia con il CORTISONE. Solo la parola genera inquietudine, specialmente nelle persone di una certa età. Vengono alla mente effetti collaterali di ogni genere, ossa fratturate, un corpo ricoperto di peli, gonfiori dappertutto e l'idea di avere una malattia grave. Sono ricordi che si tramandano, dovuti alla scarsità delle cure di un tempo, all'utilizzo di dosaggi elevati e allla lunga durata del trattamento.

 

Per tali motivi ho deciso di illustrare brevemente la storia di questo importante farmaco che, se usato correttamente, è fondamentale nella terapia di alcune patologie. A volte un breve ciclo di terapia è in grado di risolvere sintomi fastidiosi e ostici al trattamento, con minimi o nulli effetti collaterali. 

 

 

La SOSTANZA  “ E “

 

Il SURRENE è una piccola ghiandola di forma piramidale posta sopra il polo superiore del rene. Pesa 5-7g

Nel 1855 Addison descrive una sindrome clinica come conseguenza della distruzione o ipofunzione delle ghiandole surrenali: profonda stanchezza, disturbi psichici, calo di peso, gravi disturbi elettrolitici, ipotensione, collasso cardio-circolatorio, morte.

Nel 1919 Cushing, a proposito di un caso clinico, abbozza i sintomi della sindrome (che deriva da una iperfunzione surrenale) che porterà il suo nome: stanchezza e affaticabilità, disturbi psichici, insonnia, aumento dell’appetito, osteoporosi, alterazioni mestruali, iperglicemia, adiposità localizzate (addome e regione cervico-dorsale, fosse sovra-claveari), faccia a Luna Piena, smagliature, ipertensione arteriosa …

Negli anni 30 Edwin Kendall, con la collaborazione di Tadeus Reichstein, isola dal surrene ben 28 sostanze che denomina con le lettere dell’alfabeto, tra cui, nel 1938, la Sostanza E, che si dimostra la più interessante.

 

Poco prima della II Guerra mondiale, un agente segreto tedesco riparte da Buenos Aires per Berlino, dopo aver concluso un affare altrettanto segreto ma decisamente insolito: si è assicurato l’esclusiva per la Germania dell’intera produzione di ghiandole surrenali bovine prelevate nei macelli argentini.

I servizi segreti inglesi e americani sospettano che ci sia una relazione tra le ghiandole surrenali acquistate in Argentina e la capacità dei piloti tedeschi di resistere così bene alle grandi altitudini. Incaricano il Dr Kendall, noto per aver isolato isolato un grande numero di sostanze proprio dai surreni, di approfondire le ricerche e di cercare di sintetizzare tali composti in Vitro.

Nel 1941 uno studioso della Mayo Clinic, Philip Hench, osserva che nei pazienti affetti da Artrite Reumatoide gli attacchi dolorosi diminuiscono in coincidenza di particolari situazioni come Febbre, Digiuno, Gravidanza, Ittero, Interventi Chirurgici. Intuisce che in tali condizioni le ghiandole surrenali producono una maggior quantità di ormoni.

Poco dopo, dagli agenti segreti che operano in Germania, arriva la notizia che i piloti della Lutwaffe aumentano le loro prestazioni non grazie alla somministrazione di qualche sostanza di estrazione surrenalica ma perchè vengono drogati. Il Pentagono perde interesse per le ricerche di Kendall.

  

Kendall, d’altro canto, venuto a conoscenza delle osservazioni di Hench, decide di proseguire con lui gli studi sulla corteccia surrenale: lui farà il ricercatore e Hench lo sperimentatore.

Qualche tempo dopo, invece della solita fredda comunicazione ufficiale su qualche autorevole rivista scientifica, i due ricercatori comunicano alla comunità scientifica la loro scoperta in modo clamoroso, con un filmato.

Le prime sequenze mostrano alcuni malati di Artrite Reumatoide ridotti a veri relitti, immobili nelle carrozzine o appoggiati alle grucce nel tentativo di muovere qualche passo. Poi l’iniezione della sostanza “ E “ e la visone degli stessi pazienti che, miracolosamente, riacquistano la libertà dei movimenti, mani rattrappite che ritornano a muoversi come una volta e sul volto dei pazienti la gioia del ritrovato benessere.

In breve, però, ci si rende conto che la Sostanza “E” non può essere usata alla leggera. La sua somministrazione cronica, specialmente a dosaggi elevati, causava effetti collaterali anche gravi: osteoporosi, aumento di peso, irsutismo, ipertensione arteriosa, disturbi psichici, iperglicemia …

Nondimeno, gli entusiasmi per la nuova scoperta non si affievolirono e la sostanza “E” entrò a pieno titolo nella farmacopea ufficiale.

  

Alla sostanza “ E “ venne dato il nome di  CORTISONE.

Nel 1950 KENDALL, HENCH E REICHSTEIN ricevettero il PREMIO NOBEL per la Medicina per le loro scoperte sugli ormoni della corteccia surrenale, la loro struttura e i loro effetti biologici.

 

 

Il CORTISONE

 

Ad eccezione della Terapia Sostitutiva degli stati carenziali, l’uso dei corticosteroidi in clinica è ampiamente empirico. Dalle esperienze raccolte si possono estrarre almeno 6 principi terapeutici.

 

1- per qualsiasi malattia e per qualsiasi paziente, la dose appropriata per ottenere un dato effetto terapeutico deve essere determinata per tentativi e deve essere continuamente riverificata man mano che lo stadio e l’attività della malattia e del malato cambiano

2- una SINGOLA DOSE, anche molto elevata, è praticamente priva di effetti nocivi

3- è molto improbabile che pochi giorni di terapia, in assenza di controindicazioni specifiche, provochino effetti nocivi  a meno che vengano impiegati dosaggi molto elevati.

4- quanto più a lungo la terapia si protrae nelle settimane e nei mesi e se la dose supera l’equivalente della terapia sostitutiva, l’incidenza degli effetti sfavorevoli, anche gravi, aumenta.

5- la  somministrazione di corticosteroidi, ad eccezione degli stati carenziali, NON costituisce una terapia eziologica (non cura la causa della malattia) ma è solamente palliativa (ne migliora i sintomi), in virtù dei suoi effetti antinfiammatori.

6- l’interruzione brusca di una terapia protratta e a dosaggio elevato è accompagnata da un rischio significativo di insufficienza surrenalica di una gravità tale da mettere a repentaglio la vita del paziente.

            

            Da quanto detto deriva che:

 

1-Nelle malattie in cui i corticosteroidi devono essere somministrati per lungo tempo la DOSE deve essere la più bassa con cui si può ottenere l’effetto desiderato. Questa dove va stabilita per tentativi. NON si deve mirare alla scomparsa completa dei sintomi. Ad intervalli più o meno frequenti si deve cercare di ridurre la posologia  fino alla dose in cui ricompaiono i sintomi più invalidanti, individuando, in tale guisa, la dose minima efficace.

2-Quando, invece, la terapia è diretta verso un’affezione GRAVE o potenzialmente MORTALE, la dose iniziale deve essere elevata, tale da dare la quasi certezza del controllo della crisi: ASMA, ALLERGIE, PENFIGO …

3-In corso di terapia cronica, alcune condizioni di stress psicofisico possono richiedere un aumento del dosaggio di base (infezioni, interventi chirurgici, grande surmenage fisico …)

4-In alcuni pazienti, può essere proposta la terapia a giorni alterni o a intervalli ancora maggiori, specialmente in presenza di elevati dosaggi, per minimizzare gli effetti sfavorevoli e limitare la soppressione dell’asse ipofisi-surrene.

  

 

Il CORTISONE: impieghi terapeutici principali

           

Terapia SOSTITUTIVA

Malattie reumatiche: Artrite Reumatoide, complicanze del Reumatismo Articolare …

Collagenopatie: LUPUS, Wegener, Churg-Strauss, Arterite di Horton, Polimialgia Reumatica …

Malattie Autoimmunitarie: Epatite autoimmune, Celiachia (in alcune fasi) …

Malattie infiammatorie intestinali: Colite ulcerosa, Morbo di Crohn

Malattie allergiche: reazioni allergiche, shock, orticaria, oculorinite allergica, reazioni da farmaci, punture di insetti …

Asma Bronchiale

Edema Cerebrale: in corso di Ictus o localizzazioni tumorali

Affezioni neoplastiche: in molti schemi chemioterapici

Malattie cutanee: psoriasi, eczema …

Varie: Sarcoidosi, Anemie emolitiche, Trombocitopenie, Trapianti d’organo, Terapia del dolore, pericarditi, pleuriti …

Terapia infiltrativa intra-articolare

 

 

Il CORTISONE: effetti collaterali principali (solo nella terapia a lungo termine)

 

Disturbi elettrolitici: ritenzione di sodio

Iperglicemia e glicosuria

Aumentata suscettibilità alle infezioni

Osteoporosi

Disturbi psichici: dalla eccitazione alla depressione

Cataratta

Ulcera peptica

Arresto dell’accrescimento

Adiposità localizzate: addome, zona cervico – dorsale e sopraclaveare

Faccia lunare

Smagliature

Acne, irsutismo

Debolezza muscolare

Aumento del tempo di cicatrizzazione delle ferite

 

 

 

Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 26 Maggio 2010 20:24 )